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Lo stile di vita moderno, particolarmente frenetico, sottopone la donna a fattori di rischio importanti per molte patologie e ne mette a repentaglio il benessere psicofisico. Lo stress, l’alimentazione irregolare, l’attività fisica intensa o la scarsa attività fisica, il fumo rappresentano i principali elementi che incidono negativamente sulla salute.

Invecchiamento cutaneo e inflammaging: una nuova prospettiva

Il processo dell’invecchiamento cellulare ha inizio con l’inflammaging, termine che unisce le due parole inglesi inflammation (infiammazione) e aging (invecchiamento), che indica uno stato di infiammazione basale che va avanti di pari passo con il processo di invecchiamento. I meccanismi alla base dell’inflammaging dipendono dal sovrapporsi di più fattori: età, stress, alimentazione sbagliata, fumo, alcol, obesità e stile di vita sedentario, a cui spesso si associa una condizione di iperinsulinemia.

Si tratta di un processo fisiologico che può essere accelerato e incrementato dall’esposizione a fattori pro-infiammatori di tipo ambientale e nutrizionale, nonché dallo stress cronico. La vita in città ad alto tasso di inquinamento atmosferico, lo stress psicologico legato al lavoro, l’eccessivo consumo di grassi saturi sono tutti aspetti dello stile di vita che possono accelerare e peggiorare l’invecchiamento e che si traducono in un aspetto somatico della pelle, in particolare quella del viso, che appare ridotta in consistenza ed elasticità, opaca e rugosa.

Per il corpo umano non è semplice difendersi dagli innumerevoli e dannosi effetti degli agenti esterni: il sistema immunitario, per reagire agli attacchi che provengono dall’esterno, attiva la risposta infiammatoria. Sebbene l’infiammazione sia un meccanismo utile alla difesa dell’organismo per contrastare infezioni e traumi, quando protratta si cronicizza, determinando iperproduzione di radicali liberi e innescando, in tal modo, un circolo vizioso che si autoalimenta.
Strategie utili a contrastare questo processo consistono nel modificare lo stile di vita: correggere le abitudini alimentari, evitare il fumo e l’abuso di alcol e ridurre l’esposizione ai raggi UV. Quando l’organismo, pur producendo sostanze endogene per la riduzione dei radicali liberi, non riesce a contrastarne l’effetto, è utile fare ricorso agli integratori alimentari come forma di difesa esogena.

 

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Esistono numerosi integratori alimentari particolarmente attivi nel controllo dell’inflammaging, che permettono di attuare strategie di prevenzione dell’invecchiamento.
Il meccanismo d’azione di questi prodotti nutraceutici si basa sulla capacità di mantenere in equilibrio il sistema antiossidante, contrastando l’infiammazione che deriva dalla presenza di concentrazioni eccessive di radicali liberi.

Gli integratori più completi contengono sostanze come il glutatione, un tripeptide naturale composto da tre amminoacidi, che garantisce un potente effetto contro i radicali liberi. Questo antiossidante ha anche la capacità di attivare altri antiossidanti come la vitamina C e la vitamina E; a livello epatico protegge il tessuto eliminando le tossine nel tratto gastrointestinale prima che vengano assorbite.
Le vitamine E e C, insieme a carotenoidi e polifenoli, sono molto utili in quanto agiscono a più livelli e sono presenti nella maggior parte dei prodotti nutraceutici. In particolare, la vitamina E è molto efficace nel prevenire i danni indotti dai ROS (specie reattive dell’ossigeno) e dai raggi UV.
Sembra inoltre che abbia potenzialità antinfiammatorie, soprattutto se associata alla vitamina C che agisce a livello della cute e ottimizza la sintesi di collagene. La vitamina C facilita l’assorbimento del ferro, è necessaria per sintetizzare il collagene ed è in grado di rafforzare la densità minerale ossea, le cartilagini, i muscoli e i vasi sanguigni.

Fonte:
Articolo estratto da: Review sull’integrazione alimentare: evidenze dalla ricerca scientifica e nuove frontiere di sviluppo