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Cosa si intende per “antiossidante”?

Da un punto di vista chimico, il termine “antiossidante” si riferisce alla proprietà di una qualsiasi sostanza di ritardare o inibire significativamente l’ossidazione della sostanza stessa.  Il razionale dell’impiego degli antiossidanti in vivo si basa sulla presunta capacità di tali sostanze di limitare o ridurre i danni indotti dallo stress ossidativo. Per stress ossidativo si intende uno sbilancio tra la produzione e i livelli di molecole reattive ossidanti da un lato, e i livelli e l’efficienza delle difese antiossidanti dall’altro.
Il corpo genera molecole reattive e radicali liberi, come inevitabili sottoprodotti del metabolismo energetico. Altri radicali liberi derivano dal cibo che mangiamo, dall’aria che si respira, dall’azione della luce solare sulla pelle. I radicali liberi non necessariamente costituiscono un pericolo per i sistemi biologici, anzi rappresentano importanti molecole di segnale e armi di difesa nei confronti di organismi patogeni.
Quando però i livelli di radicali liberi diventano eccessivi, e/o le difese antiossidanti cellulari si riducono, si sviluppa un danno ossidativo a vari livelli (lipidi, proteine, DNA) che può portare a perdita di funzione, invecchiamento e morte cellulare. Per contrastare l’azione dei radicali liberi, le cellule e l’organismo hanno a disposizione una serie di meccanismi enzimatici o non-enzimatici, che costituiscono le difese antiossidanti endogene.

Da un punto di vista commerciale gli antiossidanti negli ultimi anni hanno conquistato una fetta di mercato importantissima, spostandosi spesso dai banchi delle farmacie agli scaffali della grande distribuzione. Nella coscienza del consumatore i prodotti antiossidanti non solo in un contesto alimentare, ma anche cosmetico, sono ormai fortemente percepiti come benefici rimedi contro l’invecchiamento e le patologie cronico/degenerative.

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Gli integratori e gli antiossidanti

La nutrizione svolge un ruolo fondamentale nel mantenere l’efficacia delle difese enzimatiche antiossidanti. Con il cibo infatti si assumono micronutrienti dotati di azione antiossidante intrinseca, elementi coinvolti nella struttura molecolare o nell’attività delle proteine antiossidanti, molecole in grado di stimolare la sintesi e la funzione del sistema antiossidante endogeno.
L’impiego degli antiossidanti alimentari a fini salutistici e la loro efficacia nella prevenzione delle patologie croniche dell’invecchiamento rappresenta oggi uno dei temi più dibattuti nel panorama delle scienze nutrizionali. La ricerca scientifica non ha ancora espresso un parere definitivo sull’effetto benefico degli antiossidanti, e recentemente il nuovo regolamento della commissione europea ne ha ridimensionato l’importanza salutistica.

Nello specifico l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), nell’ambito del processo di valutazione delle indicazioni salutistiche sostenibili per gli alimenti e gli integratori venduti nei paesi europei, ha stabilito che è non è giustificato vantare per un cibo o un integratore un’azione “antiossidante”. EFSA ha ritenuto che al posto di questa rivendicazione si debba utilizzare quella più corretta di “protegge le cellule dallo stress ossidativo”, ribadendo in tal modo che la parola “antiossidante” non rispecchia necessariamente un beneficio salutare.

Quali composti a livello nutrizionale hanno ottenuto dalla Commissione Europea l’attributo di “contribuisce alla difesa dei danni ossidativi”?
Tra le vitamine solo tre – la vitamina E, la vitamina C e la B2 – hanno ottenuto l’indicazione “contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo”.


La vitamina E

Il ruolo critico della vitamina E nel controllo dei danni da stress ossidativo è sottolineato dai gravi danni (neuropatie periferiche, atassia cerebellare, retinopatie ect) causati da una sua carenza (malassorbimento o difetti genetici della molecola trasportatrice). La principale funzione fisiologica della vitamina E è quella di antiossidante in grado di bloccare la catena perossidativa lipidica, ed è parte integrante e insostituibile del sistema di difesa antiossidante cellulare.


La vitamina C (acido ascorbico)

E’ un agente riducente tra i più potenti antiossidanti del nostro organismo. E’ particolarmente efficace nei confronti del radicale superossido, del radicale idrossilico e dell’ossigeno singoletto. Oltre ad agire come antiossidante è un cofattore essenziale per enzimi coinvolti nella biosintesi del collagene, della carnitina e di alcuni neurotrasmettitori. La vitamina C protegge i tocoferoli dall’ossidazione, rigenerando la forma ossidata degli stessi.

La riboflavina

E’ una vitamina idrosolubile del gruppo B (vit. B2), gialla e fluorescente, ed è il precursore di coenzimi essenziali quali il flavin mononucleotide (FMN) e il flavin adenina di nucleotide o FAD. In questa forma la riboflavina funziona come catalizzatore per le reazioni di ossido riduzione e per il trasporto elettronico. Una carenza di riboflavina è associata ad aumento della perossidazione lipidica, fenomeno che viene rapidamente inibito da una sua supplementazione.


Microelementi con funzioni antiossidanti

Anche alcuni microelementi sono stati promossi come fattori nutrizionali in grado di ridurre i danni dello stress ossidativo cellulare: il selenio, lo zinco e il rame. Questi elementi rappresentano dei costituenti strutturali di enzimi antiossidanti endogeni e la loro assunzione condiziona la produzione di tali enzimi, favorendo efficacia e funzionalità delle difese antiossidanti cellulari.

 

Fonte:

Estratto da “Dossier scientifico sugli Antiossidanti a cura di Giovanni Scapagnini, biochimico clinico, Università del Molise”.