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Packaging cosmetico e sicurezza: la migrazione

 

La valutazione della sicurezza – Il packaging

Il packaging è una componente fondamentale da considerare nello sviluppo di un prodotto cosmetico non solo in termini estetici di presentazione a scaffale e di sostenibilità ma anche dal punto di vista della sicurezza per il consumatore finale.
Il valutatore della sicurezza (Journal – Regolamento 1223/2009: il PIF) è chiamato a considerare l’interazione tra il prodotto cosmetico e il packaging primario in cui è stato confezionato che potrebbe causare difformità o la potenziale migrazione di sostanze tossiche dal packaging verso il prodotto cosmetico.

Nel primo caso è necessario eseguire approfonditi studi di compatibilità e tenuta in laboratorio per scongiurare qualsiasi possibilità di interazione negativa dovuta al prodotto cosmetico nei confronti del materiale di packaging.

Nel secondo caso i produttori di packaging sono chiamati a fornire al valutatore della sicurezza molte dichiarazioni relative a impurezze, tracce, composizione ecc., incorrendo spesso in difficoltà dettate dal fatto che questi argomenti sono ancora poco conosciuti quando riferiti al mondo cosmetico.

Per dare supporto alla valutazione della sicurezza, le aziende fanno spesso riferimento al Reg. (UE) 1935/2004 che si riferisce al materiali a contatto con gli alimenti, i MOCA (materiali e oggetti a contatto con gli alimenti), perchè ha alle spalle un percorso più lungo e rodato.
Esistono essenzialmente tre categorie di sostanze solubili potenzialmente in grado di trasferirsi negli alimenti da un imballaggio, le principali delle quali sono rappresentate dalle sostanze intenzionalmente aggiunte in fase di lavorazione della plastica per modificare le caratteristiche, o migliorare una specifica funzione.
– Gli additivi come i plastificanti (ftalati, adipati, fosfati etc.), gli stabilizzanti termici, i lubrificanti, gli antiossidanti, i pigmenti, gli agenti antistatici e antiappannanti etc.
– I residui di sostanze impiegate durante la fase di lavorazione del materiale, come i monomeri (bisfenolo A, cloruro di vinile, acido tereftalico, stirene) precursori nelle reazioni di polimerizzazione, i catalizzatori e i solventi, gli adesivi, che possono migrare nell’alimento a manufatto finito.
– Le sostanze non intenzionalmente aggiunte (NIAS1) della quale fanno parte i prodotti che si decompongono spontaneamente nel tempo, i contaminanti ambientali come la diossina, e le sostanze di neoformazione provenienti da reazioni tra i costituenti del materiale o degli additivi. Questa categoria è sicuramente la più pericolosa in termini di sicurezza alimentare poiché possono farne parte sostanze ancora non conosciute o per le quali non sono stati approfonditi studi sugli effetti dell’esposizione a medio lungo termine.

La Commissione Europea ha comunque cercato di correre ai ripari con alcune circolari esplicative dove sono stati definiti alcuni capisaldi ed un approccio pragmatico alla problematica.
L’Istituto Italiano Imballaggio ha avviato un tavolo di lavoro, attivando una Commissione dedicata alla definizione di linee guida sulla sicurezza del packaging cosmetico. Al termine del lavoro la Commissione ha l’obiettivo di presentare delle Linee Guida molto tecniche che dovranno facilitare la comunicazione fra produttori di packaging e produttori di cosmetici, uniformare i metodi analitici e individuare una metodologia di studio e valutazione del rischio simile a quella utilizzata per i materiali a contatto con gli alimenti.

 

Fonte:
Istituto Italiano Imballaggio
The Packaging Community MAG